ENG Ci sono dei luoghi nel mondo che diventano miti. Uno di questi è la Bottega del vino, dal 2010 di proprietà delle Famiglie Storiche. Da qualunque luogo si provenga, per chi arriva a Verona questo locale è il simbolo della città (come l'Arena o il balcone di Giulietta e Romeo), dell'arte di vivere italiana e di una lunga e ricca tradizione culturale. Ai tavoli della Bottega del vino si sono seduti il poeta Berto Barbarani e i cantori dialettali della sua cerchia, il critico Renato Simoni, Umberto Boccioni e altri pittori, artisti, musicisti, cantastorie e i giornalisti che, dopo aver chiuso il numero in redazione, attendevano l'uscita della copia fresca di stampa sorseggiando un bicchiere di vino. La Bottega è stata per oltre cento anni un luogo di incontro, di idee e di dibattiti.
Per comprenderne il valore anche culturale di questa istituzione veronese, bisogna fare un passo indietro e tuffarsi nella storia. Il locale venne fondato nel 1500, durante la Repubblica di Venezia, ma furono poi i fratelli Sterzi nel 1890 a dare il nome attuale al locale e il caratteristico stile della bottega. Nel 1957 la Bottega venne acquistata dalla famiglia Rizzo-Grigolo e fece soprattutto attività di ristorazione fino al 1987 quando arrivarono sulle scene Severino Barzan (che portò il modello della Bottega a New York) e Giovanni Pascucci. Nel 1996 Wine Spectator concesse il riconoscimento d'eccellenza alla Bottega del vino per avere una delle più complete e straordinarie carte del vino del mondo e, oggi, nel 2016, la Bottega è seganalata sempre da Wine Spectator come uno degli 11 ristoranti degni di nota nel mondo.
Oggi la Bottega del vino porta avanti l'eredità dei decenni precedenti e continua con impegno a essere un luogo da vivere, un tempio del vino, un ristorante dove godere pienamente della tradizione gastronomica veronese e veneta, una bottega, insomma, nella quale le vite si mescolano, cambiano, si arricchiscono.